Arresto Cardiaco nei Luoghi Pubblici: Maggiori Probabilità di Sopravvivenza Con il Defibrillatore

Arresto Cardiaco nei Luoghi Pubblici

L’utilizzo del defibrillatore da parte di un passante in caso di un arresto cardiaco aumenta di molto le probabilità di sopravvivenza.

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Durante un arresto cardiaco, l'attività elettrica del cuore viene improvvisamente interrotta. Senza un immediato utilizzo del defibrillatore, il cuore, il cervello e altri organi vitali non ricevono abbastanza sangue ossigenato. Ogni minuto che passa, le probabilità di morte aumentano del 10%. Per questa ragione la sopravvivenza a un arresto cardiaco extra-ospedaliero potrebbe aumentare sensibilmente se il defibrillatore fosse utilizzato in modo tempestivo da parte dei passanti

Nel 60% dei casi, gli arresti cardiaci che avvengono nei luoghi pubblici sono causati da aritmie defibrillabili: questo significa che il defibrillatore potrebbe salvare migliaia di vite se solo fosse utilizzato immediatamente dagli astanti. Lo studio della Johns Hopkins School of Medicine, pubblicato sulla rivista Circulation dell'American Heart Association, ha analizzato le maggiori differenze tra i pazienti a cui era stato applicato il defibrillatore dai passanti e quelli che hanno invece dovuto attendere l’ambulanza per ricevere lo shock.

La Ricerca: Defibrillazione precoce da parte dei passanti rispetto a defibrillazione all’arrivo dell’ambulanza

Arresto Cardiaco nei Luoghi Pubblici

Dal 2011 al 2015, il Resuscitation Outcomes Consortium ha raccolto informazioni dettagliate sugli arresti cardiaci avvenuti nelle principali città di Stati Uniti e Canada. La ricerca ha confrontato i casi in cui i passanti hanno soccorso il paziente mediante l’utilizzo di un defibrillatore rispetto ai casi in cui sono stati gli operatori delle ambulanze a utilizzare il defibrillatore. In entrambi i casi, i ricercatori hanno valutato il tasso di sopravvivenza e le condizioni di salute dei pazienti dimessi dall’ospedale (presenza o assenza di danni permanenti al cervello).

I risultati

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Dei 49.555 arresti cardiaci extra-ospedalieri, 4.115 (l’8,3%) è avvenuto in un luogo pubblico (età media 62 anni, nell’80% dei casi si trattava di uomini), di cui 2.500 (il 60,8%) avevano un ritmo defibrillabile e quindi potevano essere sottoposti a uno shock elettrico. I passanti sono intervenuti con il defibrillatore solamente nel 18,8% degli arresti cardiaci defibrillabili.

Nei casi in cui i passanti sono intervenuti con il defibrillatore, i pazienti in arresto cardiaco hanno avuto maggiori probabilità di sopravvivere ed anche maggiori possibilità di tornare più velocemente alle loro attività quotidiane, gestendole autonomamente o con poca assistenza. Nel dettaglio, il 66,5% delle persone che sono state soccorse con il defibrillatore da un passante prima dell’arrivo in ospedale è sopravvissuto, rispetto al 43% dei pazienti che hanno ricevuto assistenza con il defibrillatore solo all’arrivo dell’ambulanza. Inoltre, al momento della dimissione, il 57% dei pazienti soccorsi dai passanti presentava poche o nessuna disabilità, rispetto al 33% dei pazienti trattati con il defibrillatore solo all’arrivo dell’ambulanza.

L’uso tempestivo del defibrillatore da parte dei passanti, permette di ridurre drasticamente le morti per arresto cardiaco, oltre a diminuire le possibilità di presentare danni cerebrali permanenti.

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