Perugia: muore d’arresto cardiaco, i defibrillatori non funzionano

manutenzione defibrillatore

Un settantenne di Perugia è morto di arresto cardiaco: nessuno dei due defibrillatori presenti nelle vicinanze si è rivelato funzionante e l'infermiere che lo ha soccorso non ha potuto salvarlo.

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Ha accusato un malore mentre era a cena, nel corso di una manifestazione organizzata da alcuni esercenti del quartiere. Un arresto cardiaco. Solo le compressioni toraciche correttamente eseguite in combinazione con l’uso di un defibrillatore possono salvare la vita di un paziente in questa condizione. E il defibrillatore, stavolta, c’era. Anzi, ce n’erano due, ma nessuno dei due ha funzionato a dovere in quanto non revisionati di recente. 

L’uomo - un 70enne residente nella zona - ha accusato un malore proprio mentre era seduto a tavola. 

Sul posto era già presente un infermiere che ha immediatamente provveduto a praticargli un massaggio cardiaco, mentre altri presenti si sono attivati, ognuno come poteva, per aiutare. Qualcuno ha chiamato il 118. Un altro è corso a prendere il defibrillatore che si trovava a nemmeno 100 metri, e tornando era convinto di aver portato l’apparecchio che avrebbe cambiato tutto. E invece no: l’infermiere ha scoperto con rammarico che l'apparecchio consegnatogli in tutta fretta non funzionava. L'ultima revisione, stando a quanto certificato sul dispositivo stesso, risultava essere stata effettuata nel 2017 e i cinque anni trascorsi senza ulteriori controlli avevano evidentemente reso inservibile lo strumento.

Un altro dei presenti allora si è ricordato che ce n’era un altro non lontano. Ma anche la seconda corsa si è rivelata inutile. Anche questo defibrillatore non ha fatto il suo dovere. In questo caso la “scadenza” era luglio 2022.  

L’infermiere ha continuato a fare il massaggio cardiaco al settantenne fino all’arrivo dell’ambulanza che ha continuato a lungo la rianimazione, stavolta con un defibrillatore funzionante, ma non c’è stato nulla da fare. Durante un arresto cardiaco, le probabilità di sopravvivenza diminuiscono di circa il 10% ogni minuto.

Il triste episodio fa discutere: com’è possibile che entrambi i defibrillatori fossero fuori uso? Avere un defibrillatore è un conto, ma come si fa e a chi spetta la corretta manutenzione?

La manutenzione di un defibrillatore

Il defibrillatore, proprio come auto, estintori e caldaie, necessita di una regolare manutenzione per poter funzionare correttamente ed essere a norma di legge.

Secondo il Decreto Ministeriale del 24 aprile 2013 (paragrafo 4.3 dell'allegato E) sulla dotazione e utilizzo di defibrillatori semiautomatici, il defibrillatore deve essere sottoposto “alle verifiche, ai controlli e alle manutenzioni periodiche secondo le scadenze previste dal manuale d'uso e nel rispetto delle vigenti normative in materia di apparati elettromedicali". 

Possiamo sintetizzare in quattro passaggi la manutenzione di un defibrillatore:  

  • autotest automatico (con cadenza giornaliera o settimanale) 
  • ispezione visiva del defibrillatore (LED di stato acceso e funzionante, nessun danno all’involucro esterno del dispositivo)
  • sostituzione periodica delle parti consumabili di un defibrillatore (elettrodi e batteria)
  • Prove di sicurezza elettrica eseguite da un tecnico

Concentriamoci su quest’ultimo punto, di più difficile comprensione e spesso sottovalutato anche da alcuni venditori/produttori. La Norma CEI 62353 (Verifiche periodiche e prove da effettuare dopo interventi di riparazione degli apparecchi elettromedicali) è la norma di riferimento in merito ai controlli periodici sui dispositivi elettromedicali, defibrillatore incluso. Questa norma stabilisce che la periodicità delle verifiche funzionali di sicurezza deve essere stabilita dal produttore e indicata nel manuale d'uso. Se non indicato nel manuale d’uso del defibrillatore, la Norma CEI EN 62353, nell'allegato F, indica che per gli apparecchi che generano e applicano energia elettrica per influenzare direttamente l’attività del cuore (come i defibrillatori) l’intervallo tra le prove non dovrebbe superare i 2 anni.

La valutazione della sicurezza del defibrillatore deve essere effettuata da persone esperte di sicurezza elettrica, che abbiano avuto un'adeguata formazione sulle prove a cui sottoporre il defibrillatore. Tutte le prove effettuate devono inoltre essere documentate.

A seconda del defibrillatore, la frequenza obbligatoria di manutenzione da parte di un tecnico può variare molto: se non indicato nel manuale, l’intervallo tra le prove va effettuato ogni 2 anni. 

Per il defibrillatore Schiller Fred PA-1 è consigliato un controllo tecnico di sicurezza ogni 3 anni, ma se usato in condizioni ottimali il controllo tecnico è ogni 6 anni. Le condizioni ottimali per l'esonero dal controllo tecnico di sicurezza triennale includono:

  • Temperatura compresa tra +15 e 25 °C
  • Nessuna variazione di temperatura giornaliera superiore a 10°C
  • Protezione contro la luce solare diretta
  • Umidità pari al 30-65% (senza condensa)
  • Protezione contro la polvere
  • Nessun utilizzo in mezzi di trasporto (ad es., treno, auto, autobus, aereo, ecc.)
  • Non posizionato su pareti con rischio di vibrazioni (ad es., accanto a porte, finestre, ecc.)
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