La chiamano, volgarmente, malattia del cuore "stanco". Il muscolo cardiaco, e più in particolare il ventricolo sinistro, quello che deve spingere il sangue all'interno dell'aorta per distribuirlo in tutto il corpo, non è più capace di svolgere regolarmente il suo dovere. E il risultato è la progressiva incapacità del cuore di "reggere" agli sforzi, fino al punto che i sintomi di questa situazione, dall'affanno fino alla formazione di rigonfiamenti alle caviglie e al batticuore, si manifestano anche a riposo.
Come spesso accade in medicina, arrivare presto a riconoscere la situazione è basilare per studiare il trattamento su misura caso per caso. E forse, in futuro, la risonanza magnetica potrebbe consentire di evitare il ricorso a controlli più approfonditi ed invasivi per studiare la pressione all'interno delle cavità cardiache, superando gli attuali limiti dell'ecografia del cuore, l'ecocardiogramma.
A lanciare questa ipotesi è una ricerca condotta dagli esperti dell'Università dell'East Anglia, coordinati da Pankaj Garg, e dell'Università di Sheffield. Lo studio è stato pubblicato su European Heart Journal.