Arresto cardiaco più letale per i contagiati da Covid-19

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I pazienti contagiati da Covid-19 che vengono colpiti da un arresto cardiaco hanno una maggiore probabilità di morire rispetto ai non infetti. Le probabilità sono superiori sia se l'arresto cardiaco si verifica in ospedale sia quando avviene in un altro luogo, inoltre le donne hanno un rischio maggiore degli uomini.

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Lo studio Svedese

I pazienti contagiati da Covid-19 che vengono colpiti da un arresto cardiaco hanno una maggiore probabilità di morire rispetto ai non infetti. Le probabilità sono superiori sia se l'arresto cardiaco si verifica in ospedale sia quando avviene in un altro luogo, inoltre le donne hanno un rischio maggiore degli uomini.

A determinarlo un team di ricerca svedese guidato da scienziati dell'Istituto di Medicina dell'Università di Goteborg, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Centro per la ricerca clinica Dalarna dell'Università di Uppsala, del Centro di Scienza della Rianimazione del Karolinska Institutet e del Dipartimento di Anestesiologia e Medicina di Terapia Intensiva dell'Halland Hospital.

I ricercatori, coordinati dal professor Pedram Sultanian, docente presso il Dipartimento di Medicina Molecolare e Clinica dell'ateneo svedese, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i dati di circa 3mila pazienti colpiti da arresto cardiaco dal primo gennaio al 20 luglio 2020. Gli scienziati hanno diviso l'intervallo di tempo in due fasi, quella pre-pandemica, dal primo gennaio al 15 marzo, e quella pandemica, dal 16 marzo al 20 luglio.

Arresto cardiaco più letale

Tra tutti i pazienti coinvolti, in 1946 hanno subito un arresto cardiaco fuori dall'ospedale (OHCA) e in 1080 all'interno di un ospedale. Durante la fase pandemica, il 10% dei pazienti con arresto cardiaco fuori dall'ospedale erano stati contagiati dal coronavirus SARS-CoV-2, così come il 16% degli arresti cardiaci in ospedale. Incrociando tutti i dati è emerso che i pazienti con arresto cardiaco fuori dall'ospedale infettati da COVID-19 (l'infezione provocata dal virus) avevano un rischio di morire di 3,4 volte superiore rispetto ai non infettati (entro 30 giorni dall'evento); mentre i pazienti contagiati e con arresto cardiaco in ospedale avevano un rischio 2,3 superiore rispetto ai negativi. “Nessuno di questi pazienti era stato dimesso dall'ospedale quando lo studio è stato finalizzato, nell'ottobre 2020. Molti erano morti e il resto era ancora in cura presso la struttura ospedaliera”, scrivono gli autori dello studio.

Per quanto riguarda i pazienti con arresto cardiaco fuori dall'ospedale, la sopravvivenza a 30 giorni è stata del 4,7% per quelli con COVID-19; del 9,8% per i pazienti non contagiati e del 7,6% nel periodo pre-pandemico. Per quanto concerne gli arresti cardiaci in ospedale, la sopravvivenza a 30 giorni è stata del 23,1% nei casi positivi al SARS-CoV-2, del 39,5% nei pazienti negativi e del 36,4% nel periodo pre-pandemico. Mettendo a confronto i casi di arresto cardiaco pre-pandemici con i casi di COVID-19, il professor Sultanian e i colleghi hanno scoperto che il rischio complessivo di morire per via di un arresto cardiaco fuori dall'ospedale è aumentato di quasi tre volte durante la pandemia; per la precisione di 4,5 volte per gli uomini e del 33% per le donne. Il rischio complessivo di morire dopo un IHCA è invece più che raddoppiato; aumentando del 50% negli uomini e più di nove volte per le donne.

I ricercatori hanno osservato anche un aumento di 2,7 volte negli arresti cardiaci dovuti a problemi respiratori e un aumento dell'8,6% delle rianimazioni cardiopolmonari. Alla luce di tutti questi dati, gli autori dello studio sottolineano l'importanza di monitorare i pazienti con COVID-19 e tutti quelli a rischio con elettrocardiogrammi, che può essere un salvavita in quanto "permette di individuare immediatamente un arresto cardiaco". Gli scienziati sottolineano anche che, poiché COVID-19 si trasmette attraverso le gocce di saliva, chi assiste a un caso di arresto cardiaco non dovrebbe intervenire con la respirazione bocca a bocca: ecco tutte le regole per la rianimazione cardiopolmonare durante la pandemia.

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