Come fare la rianimazione e ridurre il rischio di contagio da covid

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No alla respirazione bocca a bocca, non avvicinare il proprio viso a quello della persona in arresto cardiaco: così cambia il soccorso e la rianimazione ai tempi del Covid.

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Salvare una vita dall’arresto cardiaco ai tempi del covid

Massaggio cardiaco, respirazione bocca a bocca e uso del defibrillatore. È su questi tre elementi che per anni si è basato il soccorso di una persona colpita da arresto cardiaco al di fuori di un ospedale. Ma visti i rischi legati al covid-19, anche la rianimazione cardiopolmonare cambia. Come comportarsi allora se ci si ritrova di fronte una persona in arresto cardiaco? Salvare una vita dall’arresto cardiaco è possibile, anche ai tempi del covid, a patto di seguire le indicazioni riassunte dall’Italian Resuscitation Council (IRC) nelle linee guida su primo soccorso e rianimazione cardiopolmonare durante la pandemia di Covid-19. In questo articolo ci soffermeremo sulle accortezze da tenere nel soccorrere una persona che potrebbe essere potenzialmente infetta da Covid-19.

Sicurezza della scena e personale

Come sempre, prima di iniziare qualsiasi genere di soccorso, si valuta che il luogo in cui si trova la vittima sia sicuro. Questo per evitare che possa succedere qualcosa di grave anche al soccorritore. Se le condizioni ambientali potrebbero essere pericolose è fondamentale prima l’intervento di vigili del fuoco o forze dell’ordine.

Riguardo alla protezione personale, oltre alla mascherina che siamo ormai abituati a portare, è necessario avere sempre con sé dei guanti monouso, da indossare prima di avvicinarsi alla persona da soccorrere.

Valutare lo stato di coscienza e la presenza del respiro

I primi segnali di arresto cardiaco sono la perdita di coscienza e di respiro. Se l’ambiente è sicuro, ci si avvicina alla persona e si valuta se è cosciente: scuoterla dai fianchi (e non dalle spalle) e chiamarla a voce alta. 

In caso non rispondesse al tocco e alla chiamata, è fondamentale valutare il respiro, e quindi osservare se il torace e l’addome si muovono, senza avvicinare il proprio viso alla bocca e al naso della persona soccorsa.

A questo punto, se la persona non risponde e non respira è fondamentale allertare (o far allertare) i soccorsi. Ma cosa fare, in attesa dell'arrivo? Gli operatori del 118 o 112 possono guidarci a distanza e aiutarci nella valutazione dei sintomi e nelle manovre di rianimazione cardiopolmonare: tenere il telefono in vivavoce accanto a noi (o usare gli auricolari) ci permetterà di agire usando entrambe le mani.

Rianimazione cardiopolmonare

È questo il momento in cui dobbiamo agire! Quella persona, incosciente e senza respiro, rischia di morire nell’arco di pochi minuti, e aspettare fermi l’arrivo dell’ambulanza potrebbe condurre a danni cerebrali irreparabili, se non addirittura alla morte. Per questo si agisce subito con la Rianimazione Cardiopolmonare.

Generalmente bisognerebbe fare 30 compressioni toraciche e 2 ventilazioni, cioè due insufflazioni bocca a bocca (è così che si fa la rianimazione cardiopolmonare). Ma in questo momento, la raccomandazione è di eliminare la ventilazione bocca a bocca. Si esegue quindi la cosiddetta Hands only CPR, cioè la rianimazione cardiopolmonare esclusivamente con il massaggio cardiaco. Ricordiamo ancora che è importante l’utilizzo sia dei guanti che della mascherina durante le manovre rianimatorie. Se il soggetto che è in stato di arresto cardiaco non porta la mascherina, possiamo posizionare una mascherina chirurgica o, se non disponibile, un panno/asciugamano sulla bocca e sul naso della vittima prima di iniziare le compressioni toraciche per ridurre l’eventuale diffusione del virus. 

Il defibrillatore semiautomatico DAE

Essenziale, assieme al massaggio cardiaco, è l’uso del defibrillatore DAE. Infatti, se il massaggio cardiaco permette al sangue di continuare a muoversi e irrorare il cervello, è il defibrillatore l’unico che può permettere al cuore di ripartire!

Il defibrillatore semiautomatico è un dispositivo elettronico che consente di riconoscere e interrompere le eventuali aritmie maligne responsabili dell’arresto cardiaco tramite l’erogazione di una scarica elettrica. 

Vediamo come funziona passo dopo passo:

  • appena arriva il defibrillatore, alzo il coperchio e premo il pulsante di accensione (il defibrillatore Schiller si accende automaticamente all’apertura del coperchio) 
  • seguo le indicazioni vocali e visive
  • applico una piastra sotto la clavicola destra e una sotto l’ascella sinistra come indicato su ognuna di loro;
  • connetto le piastre al dispositivo;
  • non tocco più la persona, perché il defibrillatore analizza il ritmo per l’eventuale scarica elettrica;
  • controllo che nessuno sia a contatto con il paziente ed erogo la scarica quando sento il segnale sonoro e quando si illumina il pulsante specifico.

Come detto, con questa scarica il dispositivo può resettare il ritmo cardiaco e ripristinare un ritmo cardiaco normale. Dopo la defibrillazione, si devono riprendere le compressioni toraciche.

Ogni 2 minuti, il defibrillatore richiede di ripetere tutta la sequenza. Eseguo il tutto finché non arriva il soccorso avanzato.

Al termine della rianimazione cardiopolmonare e il prima possibile, lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone o disinfettarsi le mani con un gel idroalcolico.

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