Non solo tamponi, salvata in farmacia dal defibrillatore

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"Quel defibrillatore mi sembrava quasi una seccatura perché va fatta la manutenzione dell’apparecchio, vanno cambiate le placche e la batteria. Invece, quando ho visto che il battito non c’era più e il respiro era assente, ho iniziato il massaggio cardiaco e ho utilizzato il defibrillatore, in attesa dei soccorsi". Così il farmacista ha salvato la vita a una collega.

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Abbiamo tutti negli occhi le code davanti alle farmacie per fare il tampone anti-Covid. Un fenomeno comune in tutta Italia in queste feste di fine anno. E se il super lavoro dei farmacisti ha consentito di assicurare numeri record di test. Ma la farmacia non è solo un presidio territoriale fondamentale contro Covid-19. A dimostrarlo è una bella storia che arriva da Trento. A raccontarcela è Paolo Betti, farmacista e presidente di Federfarma Trento, che nei giorni scorsi ha salvato la vita ad una collega di 52 anni grazie all’impiego tempestivo del defibrillatore semiautomatico. E questo proprio mentre erano alle prese con i tamponi anti-Covid.

“Era la mattina presto di una decina di giorni fa – ricorda Betti – e avevamo già iniziato a fare i tamponi quando la mia collega, una collaboratrice  di 52 anni che è il mio braccio destro in farmacia, mi ha guardato e mi ha detto: ‘Paolo mi pare di svenire’. Ero accanto a lei e l’ho presa fra le braccia adagiandola sul pavimento. Avevo pensato a un calo di pressione, tra l’altro anche perché è una persona sana, che mangia le verdure del suo orto, non fuma e non beve. Ma invece non ho sentito più battere il cuore, e lei non si svegliava. Grazie a Dio avevamo seguito un progetto della Provincia di Trento che aveva fornito un defibrillatore alle farmacie che volevano dotarsene, ma che fino ad allora non avevo mai usato. Anzi, mi sembrava quasi una seccatura perché va fatta la manutenzione dell’apparecchio, vanno cambiate le placche e la batteria. Invece, quando ho visto che il battito non c’era più e il respiro era assente, ho iniziato il massaggio cardiaco e ho utilizzato il defibrillatore, in attesa dei soccorsi”.

Betti, ancora emozionato, tiene a precisare che “grazie al defibrillatore ma anche ad una serie di coincidenze” (la farmacista non è caduta e non ha battuto la testa, le ambulanze sono arrivate in tempi brevissimi) che hanno assicurato un soccorso tempestivo, “abbiamo potuto salvarle la vita”. Un’esperienza drammatica: “Fare un massaggio cardiaco su un manichino è una cosa, farlo su una persona cara è del tutto diverso. Ma per fortuna l’abbiamo salvata e, proprio grazie a un intervento così precoce, posso dire che sta rispondendo bene alle cure”.

Il presidente di Federfarma Trento lancia dunque un appello ai colleghi di tutta Italia: “Parliamo tanto di farmacia dei servizi, e siamo davvero un presidio importante sul territorio, ma se non ci fosse stato un defibrillatore e il farmacista non fosse stato formato ad hoc, le cose potevano andare in un altro modo. Dunque prendete un defibrillatore o fate delle convenzioni con le aziende sanitarie locali, perché potete fare davvero la differenza”.

Un progetto ad hoc è allo studio nella Provincia di Trento. “Mai avrei pensato di doverlo sperimentare di persona, ma posso testimoniare che è importante avere un defibrillatore in farmacia”. Può davvero salvare la vita.

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