Sicilia, arresto cardiaco in aereo. Ecco come si è salvata

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Passeggera ha un arresto cardiaco in aereo: salvata da 5 medici a bordo.

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L'arresto cardiaco può colpire ovunque, anche ad alta quota. Deve la vita a un gruppo di cinque tra sanitari e medici che viaggiava con lei nello stesso aereo partito da Pescara per raggiungere lo scalo di Palermo. Una donna di circa 60 anni si è sentita male a metà del viaggio. Nell’aereo si è scatenato il panico. Attimi di paura e tensione. Il personale ha cercato dei medici a bordo e in cinque si sono fatti avanti.

La donna sembrava non respirare più. “Era andata in arresto cardiaco – racconta Francesco Giardinelli, fisioterapista esperto in tecniche di primo soccorso che si trovava sul volo da e che stava raggiungendo il capoluogo siciliano per trascorrere le vacanze.

Attimi di paura, ma i 5 sanitari, tra cui un cardiochirurgo e un anestesista, si sono coordinati per soccorrere la donna e praticare tutte le manovre per stabilizzarla.

I passeggeri hanno lasciato libera la parte posteriore del velivolo consentendo ai soccorritori di potere operare in sicurezza. Il personale a bordo, hostess e steward hanno fornito tutto il necessario per portare a termine il soccorso. 

Il volo è atterrato come da programma a Punta Raisi e la signora, una volta rianimata e stabilizzata, è stata trasferita in un ospedale di Palermo con un’ambulanza del 118. “L’aeroporto di Palermo ringrazia i cinque angeli – dicono dalla Gesap, la società che gestisce lo scalo – per il pronto intervento effettuato in volo e l’equipaggio del volo.

L'arresto cardiaco può colpire ovunque, ma non sempre si ha la fortuna di essere circondati da un team di 5 medici pronti a intervenire in modo impeccabile. Per questa ragione è stata appena approvata la nuova legge sui defibrillatori, uno strumento molto semplice e sicuro che, applicato ad una vittima di arresto cardiaco, è in grado di riconoscere autonomamente se è presente un ritmo defibrillabile e predisporsi per erogare la scarica elettrica adatta ad interromperla. In altre parole, il defibrillatore è un’arma in più a disposizione del soccorritore per provare a salvare la vita della vittima. La nuova legge stanzia 10 milioni di euro per la diffusione nei prossimi cinque anni dei defibrillatori in luoghi molto frequentati come aeroporti, stazioni ferroviarie, porti e sui mezzi di trasporto (aerei, treni, navi).

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