Gli effetti della rianimazione cardiopolmonare

massaggio cardiaco

Il timore di “fare del male” durante il massaggio cardiaco è sicuramente tra le paure maggiori di chi soccorre una persona in arresto cardiaco. Tuttavia, si tratta di fratture non gravi, soprattutto se si considera cosa che sull’altro piatto della bilancia

Defirbillatore Schiller - Richiedi un preventivo

A cosa serve il massaggio cardiaco

Il massaggio cardiaco ha lo scopo di mantenere la circolazione del flusso sanguigno e del trasporto di ossigeno a organi e tessuti durante un arresto cardiaco improvviso, dove la normale azione di pompa del cuore è compromessa o assente. La rianimazione cardiopolmonare, se eseguita efficacemente, permette quindi di ritardare la morte biologica di una persona, mentre il defibrillatore tenta di ripristinare il corretto funzionamento del muscolo cardiaco attraverso l'erogazione di uno shock elettrico.

In che misura le compressioni toraciche erogate dai soccorritori (esperti e non) possono creare lesioni toraciche?

Studio sugli effetti delle compressioni toraciche sullo scheletro

Il timore di “fare del male” durante il massaggio cardiaco è sicuramente tra le paure maggiori di chi impara le tecniche di rianimazione. Le compressioni toraciche, soprattutto se molto vigorose e prolungate, possono effettivamente provocare fratture a coste, clavicole e sterno. 

Uno studio condotto in Korea ha analizzato proprio quali sono i danni provocati dal massaggio cardiaco e la loro entità.

Dei 274 pazienti in totale (età media: 62,6 anni, 180 maschi), 185 (il 68%) hanno presentato lesioni toraciche scheletriche. I pazienti che riportano lesioni sono anche quelli con età più avanzata, oltre ad una frequenza maggiore di RCP preospedaliera. Ultimo fattore, ma non meno importante, i pazienti lesionati si dimostrano sottoposti a rianimazione cardiopolmonare per una durata maggiore. La probabilità di lesioni toraciche scheletriche è risultata maggiore nei pazienti di età superiore ai 60 anni rispetto a quelli di età inferiore ai 60 anni.

In conclusione, l’età avanzata e la durata della RCP sono fattori associati ad un maggior rischio di lesioni toraciche scheletriche in pazienti adulti rianimati dopo arresto cardiaco.

Dallo studio è emerso che esiste una correlazione tra lesioni toraciche (fratture costali, fratture sternali e pneumotorace) e manovre di rianimazione cardiopolmonare in presenza di fattori quali: età e durata della RCP.

Salvare una vita dall’arresto cardiaco

Tuttavia, si tratta di fratture non gravi, soprattutto se si considera cosa che sull’altro piatto della bilancia: la morte certa. Il destino di una persona in arresto cardiaco è segnato se non si interviene subito e in modo attivo con defibrillatore e massaggio cardiaco. 

La paura di “fare del male” è spesso legata al timore di ripercussioni legali. Dal punto di vista giuridico la possibilità di provocare lesioni accidentali nel tentativo di salvare una vita è giustificata dallo stato di necessità in cui si trova la vittima. Ai sensi dell’articolo 54 del codice penale infatti non è punibile chi ha commesso il fatto ”per esservi costretto dalla necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo.” 

Defirbillatore Schiller - Richiedi un preventivo

Rimani sempre aggiornato

Ricevi una volta al mese notizie, aggiornamenti e consigli sul mondo della Defibrillazione.