Il timore di “fare del male” durante il massaggio cardiaco è sicuramente tra le paure maggiori di chi impara le tecniche di rianimazione. Le compressioni toraciche, soprattutto se molto vigorose e prolungate, possono effettivamente provocare fratture a coste, clavicole e sterno.
Uno studio condotto in Korea ha analizzato proprio quali sono i danni provocati dal massaggio cardiaco e la loro entità.
Dei 274 pazienti in totale (età media: 62,6 anni, 180 maschi), 185 (il 68%) hanno presentato lesioni toraciche scheletriche. I pazienti che riportano lesioni sono anche quelli con età più avanzata, oltre ad una frequenza maggiore di RCP preospedaliera. Ultimo fattore, ma non meno importante, i pazienti lesionati si dimostrano sottoposti a rianimazione cardiopolmonare per una durata maggiore. La probabilità di lesioni toraciche scheletriche è risultata maggiore nei pazienti di età superiore ai 60 anni rispetto a quelli di età inferiore ai 60 anni.
In conclusione, l’età avanzata e la durata della RCP sono fattori associati ad un maggior rischio di lesioni toraciche scheletriche in pazienti adulti rianimati dopo arresto cardiaco.
Dallo studio è emerso che esiste una correlazione tra lesioni toraciche (fratture costali, fratture sternali e pneumotorace) e manovre di rianimazione cardiopolmonare in presenza di fattori quali: età e durata della RCP.