Uso Defibrillatore: la Responsabilità Penale

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Cosa rischia chi usa un defibrillatore per salvare una persona in arresto cardiaco? Ecco cosa dice la legge.

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Se usi il defibrillatore, sei protetto dal codice penale

Intervenire con il massaggio cardiaco e il defibrillatore per salvare una persona in arresto cardiaco può avere delle conseguenze? Cosa rischia il soccorritore a utilizzare il defibrillatore anche se non è un medico, un sanitario, o una persona formata all'uso del defibrillatore? Assolutamente nulla. E a metterlo nero su bianco è l'articolo 54 del codice penale: “Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo”. Cosa significa? Che se nel tentativo di salvare se stessi o un’altra persona, si compiono degli atti che in altre circostanze configurerebbero un reato, non si può essere puniti per questo, dal momento che si è agito in stato di necessità.

Questo articolo del Codice penale è particolarmente importante nel caso del soccorso a una persona in arresto cardiaco. Se, ad esempio, praticando il massaggio cardiaco si rompe una costola alla vittima (evento piuttosto frequente), non si sarà puniti per questo. Il motivo è facilmente intuibile: senza il massaggio cardiaco la persona sarebbe morta, poco importa quindi se nel tentativo di salvarla gli abbiamo arrecato un danno collaterale. 

Lo stato di necessità interviene anche nel caso di persona che utilizza il defibrillatore. Cosa fare se si è testimoni di un arresto cardiaco e nelle vicinanze non ci sono medici o altre persone formate? Intervenire immediatamente e tentare di far ripartire il cuore con il defibrillatore a disposizione.

Depenalizzato l’uso dei defibrillatori

E se il codice penale non basta a estirpare i dubbi, ci pensa anche la Nuova Legge sui Defibrillatori.

Se finora molte erano le paure sul poter o non poter usare un defibrillatore senza un’adeguata formazione, la nuova legge approvata il 28 luglio 2021 è una rivoluzione nel campo dei defibrillatori. Tra le altre cose, viene sottolineato che l’articolo 54 “si applica a colui che, non essendo in possesso dei predetti requisiti (personale che abbia ricevuto una formazione specifica), nel tentativo di prestare soccorso a una vittima di sospetto arresto cardiaco, utilizza un defibrillatore o procede alla rianimazione cardiopolmonare”, recita l’articolo 3 della nuova legge.

Perché intervenire subito?

L’arresto cardiaco - come ti spieghiamo nella guida su come riconoscerlo e intervenire - è una situazione di estrema emergenza, in cui il tempo è un fattore chiave per garantire alla vittima una chance di sopravvivenza. L'arresto cardiaco è uno di quei rari casi in cui non fare nulla è peggio che agire male. L’alternativa, infatti, è la morte certa. Per questo motivo è raccomandabile intervenire e il Codice penale tutela chi lo fa, nel tentativo di salvare un’altra persona.

D’altra parte - come ti spieghiamo nell’articolo sul funzionamento del defibrillatore semiautomatico esterno - con il DAE non c’è rischio di sbagliare: il dispositivo eroga una scarica solo se necessaria. Chi lo usa, quindi, non è responsabile dell’erogazione della scarica, stabilita in maniera automatica dal dispositivo. Deve però assicurarsi di utilizzare il DAE in maniera sicura, attenendosi alle istruzioni vocali e visive del dispositivo: deve far allontanare le altre persone e allontanarsi lui stesso al momento dello shock, assicurandosi così che nessuno tocchi il paziente durante l’erogazione delle scariche.

Omissione di soccorso

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L’articolo 593 del Codice penale afferma che “chiunque, trovando un corpo umano che sia o sembri inanimato, ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo omette di prestare l’assistenza occorrente o di darne immediato avviso all’Autorità è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a 2500 euro”. Quindi essere testimoni di un arresto cardiaco e non fare niente è un reato e come tale è punito. La prima cosa da fare in caso di arresto cardiaco è sempre chiamare i soccorsi al 112/118. Saranno gli stessi operatori, una volta accertatisi che si tratta di arresto cardiaco (qui la nostra guida su come riconoscerlo e intervenire) a suggerirti cosa fare nell’attesa dell’ambulanza.

Cosa si rischia a usare il defibrillatore

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Come vi spieghiamo nell’articolo sul defibrillatore semiautomatico esterno, il dispositivo è semplice da usare, ma soprattutto eroga la scarica solo se necessaria. Non c’è rischio quindi di dare uno shock a chi non ne ha bisogno. È il DAE ad analizzare il ritmo cardiaco del paziente, a stabilire se è defibrillabile e a preparare la scarica. L’operatore che somministra lo shock elettrico è responsabile non della corretta indicazione di somministrazione dello shock, che è decisa dall'apparecchio, ma dell'esecuzione di questa manovra in condizioni di sicurezza”.

Le condizioni di sicurezza consistono nell’allontanarsi e allontanare tutti i presenti dal paziente al momento della scarica e dall’assicurarsi che la vittima e la superficie su cui si trova non siano bagnate al momento dell’erogazione. Precauzioni indicate sia acusticamente che visivamente dal DAE: seguite tutte le istruzioni nel dettaglio e non potrete sbagliarvi. E state tranquilli: in caso di arresto cardiaco agire è meglio che stare con la mani in mano

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