L’Arresto Cardiaco Può Uccidere Chiunque

arresto cardiaco

L’arresto cardiaco può colpire chiunque e in qualunque momento: adulti, anziani, giovani e bambini. Persone sportive e non. L’arresto cardiaco non fa alcuna distinzione nemmeno tra uomini e donne.

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In Europa ogni giorno 1000 persone muoiono per arresto cardiaco, tante quante ne trasportano due aerei Jumbo Jet. Ogni anno in Italia sono circa 70.000 le persone uccise dall’arresto cardiaco: circa una persona ogni 9 minuti. Numeri da capogiro. 

Chi è Più a Rischio?

L’arresto cardiaco improvviso può colpire chiunque indipendentemente da età, sesso e condizione fisica. Tuttavia, ci sono alcuni fattori che possono aumentare la probabilità che si verifichi un arresto cardiaco, come ad esempio problemi di salute preesistenti o anomalie cardiache di cui spesso non si è nemmeno a conoscenza.

Esistono diverse condizioni che possono provocare un arresto cardiaco, tra cui:

  • Malattia coronarica, che può provocare un infarto, il quale può culminare in un arresto cardiaco improvviso.
  • Stress fisico: un intenso sforzo fisico, livelli estremamente bassi di potassio o di magnesio e un’elevata perdita di sangue possono causare un arresto cardiaco improvviso.
  • Cambiamenti strutturali del cuore: un ingrossamento del cuore, che può essere causato dall’ipertensione, può provocare un arresto cardiaco improvviso.

Il rischio di arresto cardiaco, benché possa colpire anche i giovanissimi, aumenta con l’età, e si verifica più frequentemente negli uomini. Tuttavia, per le donne il tasso di sopravvivenza è minore rispetto agli uomini, complice il pudore dei passanti a praticare un massaggio cardiaco su una donna e la riluttanza delle stesse donne a chiedere aiuto. 

Anche gli atleti non sono esenti da questo pericolo e tra le vittime di arresto cardiaco ricordiamo anche numerosi sportivi, professionisti e amatoriali. In realtà ciò che determina un arresto cardiaco nello sport è generalmente una pre-esistente cardiopatia, di cui la vittima spesso non è al corrente. A seguito di uno sforzo fisico eccessivo, un cuore non in perfetta salute può cedere e causare l’arresto cardiaco. Il cuore smette inaspettatamente di battere in modo normale, si perde coscienza e immediatamente dopo si smette di respirare: da questi due sintomi si riconosce un arresto cardiaco. In assenza di un defibrillatore e di una persona che si presta ad utilizzarlo e praticare il massaggio cardiaco, c’è davvero poco da fare. Da questo deriva il Decreto Balduzzi, che obbliga le società sportive e le palestre a installare un defibrillatore.

Come Combattere l’Arresto Cardiaco?

arresto cardiaco

Con l'arresto cardiaco, le cellule del cervello e del cuore sono le più vulnerabili e se non ricevono ossigeno, si “spengono” quasi istantaneamente: iniziano velocemente a morire fino a raggiungere la soglia di un danno irreversibile in una manciata di minuti. Se il cervello viene privato dell’ossigeno a causa dell’arresto cardiaco, la vittima perde coscienza e in pochi secondi smette di respirare normalmente.

Ogni minuto trascorso senza un adeguato soccorso riduce del 10% la possibilità di sopravvivenza. La circolazione va ripristinata al più presto, poiché dopo soli 10 minuti le probabilità di sopravvivenza si riducono praticamente a zero.

Se entro i primi 5 minuti viene praticato il massaggio cardiaco e utilizzato un defibrillatore, la possibilità di sopravvivenza aumenta del 75%. Uno strumento salvavita, il defibrillatore. E per questo averlo nelle vicinanze e pronto all’uso può fare la differenza tra la vita e la morte.

Una volta collegato al paziente applicando le piastre adesive sul torace, il defibrillatore DAE è in grado di effettuare in pochi secondi l’analisi dell’attività elettrica del cuore e identificare l’eventuale presenza di fibrillazione o di tachicardia ventricolare. Nel DAE, quest’analisi parte in maniera completamente automatica una volta applicate le piastre sul torace, senza alcun altro intervento da parte di chi lo sta utilizzando. Se, e solo se, identifica la fibrillazione o la tachicardia ventricolare, l’apparecchio si carica; e lo fa, anche in questo caso, in modo del tutto automatico, avvertendo l’operatore con messaggi vocali e visivi che indicano che è opportuno erogare lo shock. A questo punto, il controllo torna all’operatore a cui spetta il compito di spingere il pulsante che permette al DAE di erogare lo shock.

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